domenica 21 marzo 2010

Gratis - Chris Anderson

Un libro con un titolo cosi' non poteva che attirarmi :-)
Pensavo fosse un libretto da niente, qualcosa che magari indicava come risparmiare qualcosa, ma trovandolo in biblioteca ho pensato di dargli un'occhiata.

Ottima idea! E' un libro leggibilissimo e molto interessante.

Ovviamente non c'entra niente con le mie supposizioni, l'autore e' Chris Anderson, personaggio noto in rete e legato all'edizione in lingua originale di Wired. L'autore parla per quasi 300 pagine di quanto il "gratis" come metodo commerciale si sia evoluto dai primi tentativi (come gli omaggi allegati ai prodotti) fino a diventare un nuovo modello commerciale.

Non ci sono piu' omaggi, ora sono i prodotti a essere a costo zero. Questo massimizza la diffusione superando ogni possibile barriera psicologica di costo.

Tutto cio' e' reso piu' semplice nel mondo di internet dove, una volta creato il prodotto (se non e' qualcosa di fisico e tangibile), questi puo' essere distribuito a costo praticamente nullo o talmente basso da diventare di fatto nullo in base al numero di potenziali clienti raggiunti.
Sorpresa: non mancano esempi in passato di prodotti gratuiti sebbene tangibili, non legati a clamorosi fallimenti :-)

MA... come si guadagna in un mondo in cui i prodotti non costano niente? La maniera piu' comprensibile e' il cosiddetto Freemium, ovvero offrire una versione base (magari comunque molto bella e non azzoppata) gratuita per tutti e dare a pagamento una versione premium, migliore o piu' personalizzata... se la versione gratuita raggiunge una base sufficientemente estesa qualcuno che vorra' la versione premium ci sara' e questo qualcuno... paghera' anche per gli altri.
Spennato? No, visto che la diffusione "agli altri" costa pochissimo e, alla fine, funziona come pubblicita', marketing, e tutte le parole simili che potete metterci insieme.

Esiste anche la possibilita' di offrire prodotti gratuitamente per ottenere... attenzione, prestigio e rispetto in rete, ovvero niente di fisicamente monetizzabile ma... qualcosa di tangibile nel mondo virtuale della rete. Mi fermo qua perche' di sicuro non sono piu' bravo dell'autore nello spiegare questi particolari :)

Altra cosa importante sono, alla fine, i grandi numeri. Se un prodotto gratuito raggiunge moltissime persone, "vale" piu' di un prodotto magari molto economico che ne raggiunge un numero inferiore.
Similmente, bello il ragionamento per cui siamo passati da un'economia (nel passato) che gestiva risorse numericamente limitate a un'economia che invece vede le risorse (soprattutto informatiche) crollare di costo ogni sei mesi. Lo spazio su disco non costa piu' niente, se considerato per ogni singolo utente di Yahoo, Youtube, Google e via dicendo... eppure ci sono ancora esempi di risorse (ormai gratuite) stupidamente limitate, come le caselle vocali di alcuni provider cellulari: massimo tot messaggi e se riempi la casella devi svuotarla... classica mossa negativa, fastidiosa per i clienti e ininfluente per il gestore.

Molti vantaggi andranno, in futuro, a chi sapra' gestire questa nuova abbondanza di risorse (a costo prossimo allo zero) per creare nuovi modelli in cui guadagnare "poco" su milioni di utenti significa guadagnare bene, senza spennare nessuno e senza truffare nessuno. Mi piace :-)




Una bella lettura, un argomento interessante e un autore capace di trattarlo in maniera fluida, senza annoiare e con molti esempi (una volta terminati i cenni storici sul Gratis) inerenti il mondo attuale e gli attuali fenomeni della rete, tra i quali i famosissimi (almeno adesso) Google e Facebook.
Niente di meglio che qualche esempio calzante e aggiornato, per dare un senso a un argomento come questo.

Prima o poi "tutto" sara' gratis? Forse no, ma chi puo' dirlo? Iniziare leggendo questo libro prendendolo in biblioteca... senza pagarlo... e' un'ottimo inizio :-)

unRoberto che ha apprezzato molto

lunedì 15 marzo 2010

E' scientificamente provato che l'acqua non bolle prima se continuiamo a osservarla




unRoberto che questo l'ha copiato  ;)

giovedì 11 marzo 2010

Parole al vento

Guardo almeno due TG al giorno.
Da alcuni giorni (una decina?) sento parlare del "Popolo Viola" quando si parla di politica interna e di possibili manifestazioni popolari.
Morire se un TG, dico uno eh, mi avesse spiegato chi cavolo sono questi qua.
Perché' uno deve "nascere imparato"?
Per me i viola sono quelli che tifano fiorentina... chi cavolo sono questi viola?
Ho solo dedotto che non siano amici della maggioranza, ma come si fa a
capire le notizie se nemmeno le spiegano?

Mi sta sulle balle in maniera immensa (davvero, non e' un uso
esagerato della parola) quando i media iniziano a usare un termine MAI
usato prima e non si degnano di spiegarlo.
Anni fa mi chiedevo cosa fossero gli squatters, oppure che cosa fosse
un'esondazione (i fiumi fino ad allora avevano sempre straripato,
"esondato" che cosa significava??????) o altro.

I media di informazione devono fare informazione, non quesiti della Susy :((((

unRoberto che da loro l'italiano non lo impara nessuno

mercoledì 10 marzo 2010

Non esiste un secondo passo senza un primo passo.


...iniziare e' tutto. Il dopo sembra sempre semplice, soprattutto agli altri :)

martedì 2 marzo 2010

Passata quasi inosservata

Domenica sera, fine febbraio, uno dei TG in orario di cena.
Si parla del recente terremoto in Cile.
A un certo punto lo speaker commenta che il sisma ha colpito duramente (purtroppo) un paese ancora non uscito del tutto dalla stagione
invernale.

Inverno?
In Cile?

Il Cile e' nell'emisfero sud del pianeta, se noi stiamo per arrivare alla primavera, il Cile e' in questo momento in estate e arrivera' all'autunno tra tre settimane circa.
L'inverno, in Cile, e' finito circa sei mesi fa.

Non ho commenti da fare :-|
unRoberto che non gli pareva vero...