martedì 13 agosto 2013

11 agosto: ritorno a Kyoto

Per l'undici di agosto avevamo in mente la seconda giornata a Kyoto, con un tempio mai visto prima e un paio di classiconi (leggi, posti che ci piacciono cosi' tanto che ci torniamo volentieri anche se e' la ennesima volta).
Un programmino semplice, riposante e fresco. Quali due parole sono le estranee? :-)



A colazione riprovo il Koiwaii milk coffee insieme a una specie di strudel rotondo al mirtillo, che si rivela niente male. Il mio piano di assaggiare tutte le bevande al latte e tutte le brioscine a disposizione nei vari convenience store prosegue :-)


 Dopo il ritrovo prendiamo il treno per Kyoto e in una mezz'oretta siamo in loco, a quel punto la destinazione era il tempio Toji, ovvero quello della enorme pagoda che si vede dal treno arrivando a Kyoto da sud. L'avevamo notata gia' altre volte ma essendo a sud della stazione l'avevamo sempre ignorata in favore di altri posti piu' conosciuti, stavolta l'abbiamo inserita nel programma, poverina, mica puo' rimanere li' ignorata per sempre.
In teoria ci si arriva anche a piedi ma siccome fa sempre caldissimo sfruttiamo una fermata di metropolitana per avvicinarci il piu' possibile. Fatti pochi passi appare evidente il punto forte del tempio: la pagoda. Quasi sessanta metri di imponenza che la rendono la piu' alta in Giappone. Nella foto probabilmente non si vedono ma nella parte in alto erano evidenti un casino di cicale in volo, altro simbolo quasi nazionale del Giappone in estate.


 L'ingresso nel primo piazzale e' libero mentre a pagamento ci sono i due padiglioni (uno e' quello in questa foto) e la zona della pagoda, ovviamente.


 Questi posti sono uno piu' bello dell'altro, meno male che con le fotocamere di oggi possiamo fare mille foto a costo zero, che sofferenza le prime volte quando ancora, poverini, avevamo le pellicole e un numero limitato (e costoso) di scatti!!


 I due padiglioni principali sono realizzati con stili abbastanza diversi, al loro interno avevano entrambi parecchie statue dal grande al gigantesco, un po' come nello Shin Yakushiji che avevo visto a Nara ieri.
Con, aggiungo, divieto assoluto di fotografie con o senza flash. Ma perche'?? :-(


Gli omamori in vendita (i portafortuna) sono abbastanza generici, ce ne sono un sacco diversi che portano genericamente "fortuna", poi alcuni specializzati. Questi ci hanno impressionato, ok un amuleto contro "il male", ma uno contro Satana dovevamo ancora vederlo. Voglio vederla, la scena, vi arriva di fronte il diavolone in persona e quando sta per infilzarvi con lo spiedo... nota che avete preso l'omamori al Toji, ci rimane malissimo e se ne va imbruttito :-)


 To' una pagoda, ve l'ho gia' detto che e' la piu' altra del... ah ok, l'ho gia' detto.
Da vicino era davvero enorme, che bella!


Usciamo dopo aver ammirato il pagodone da ogni possibile prospettiva tranne dall'alto e nel traffico leggero della tarda mattinata notiamo un'altra cosa molto giapponese: un tizio con una motina (una Honda) microscopica. Dal poco che ne so sono moto che erano molto in voga anni fa e ora sono per appassionati. Quando e' partito faceva un po' sorridere, ma nel complesso era molto carina da vedere.


 Prima di partire per gli altri templi torniamo alla stazione di Kyoto e, stavolta nel piano dei ristoranti di ramen (non ci arrivano le scale mobili giganti, tocca fare qualche scalino in discesa) dopo aver dubitato parecchio a causa del sistema di ordinazione abbastanza alieno per noi poveri occidentali, decidiamo per uno dei ristoranti e facciamo le nostre richieste.
Risultato: spettacolare piattone di miso ramen con carne e altra robetta. Le due fette di carne sembravano un buon arrosto, ci chiediamo se qua fanno anche l'arrosto, da solo, se lo fanno cosi' lo prenoto da ora :-)
Il brodo come al solito e' buonissimo.


 Il tempo e' ottimo, fa il solito caldo teribbile e le poche nuvolette in cielo hanno quasi solo uno scopo estetico, come in questa bella foto dove decorano i dintorni della torre di Kyoto.


 Prendiamo finalmente il bus per il Nanzenji, dove volevamo fare solo una cosa molto specifica: salire sull'enorme Hanmon (il portale che in alcuni templi conduce alla zona dove stanno le altre costruzioni) e stare li a riposare un pochino in quel posto super bellissimo. Il bus passa molto vicino al tempio Heian, nella foto si nota l'enorme (e di cemento) torii poco prima del famosissimo tempio rosso.


 L'hanmon del Nanzenji e' davvero gigantesco, infatti si puo' salire (pagando circa 4 euro) e ammirare i dintorni dalla balconata in alto.
Ci stiamo una bella mezz'ora abbondante quando, sara' un leit motive della giornata, ci avvisano che il portale chiude e dobbiamo scendere.
E' destino, un po' tristi scendiamo ma vogliamo tentare di raggiungere il Kiyomizudera prima che... indovinate? Esatto: prima che chiuda.


 La strada NON e' per niente breve e percorribile a piedi come erroneamente avevo concluso esaminando la cartina e i miei lontani ricordi. Decidiamo quindi per l'unica via possibile: metropolitana (una sola fermata, che spreco :-) ) e quindi autobus fino al viale tutto in salita (tanto per gradire) che porta al Kiyomizu.
Cosi' come il bus per il Nanzenji si e' fermato a un casino di strada a piedi dal templio, anche questo percorso si rivela un po' faticoso e siamo quasi sicuri di non riuscire ad entrare nel tempio :-(
Facciamo comunque la salita perche' ne vale la pena e ne approfittiamo per prendere qualche cartolina, siccome i negozietti in questa via sono tra i pochi con cartoline decenti.


 Ormai rassegnati a non poter entrare nel tempio, lo raggiungiamo e notiamo una cosa carina: con la luce del tramonto (sono quasi le 1830 e qua il buio arriva prima rispetto all'Italia) le costruzioni del Kiyomizu sono persino piu' belle del solito.


 Approfittiamo del tempo per qualche foto in cui mi intrufolo persino io cercando di rovinare l'estetica del tempio :-)


 E procediamo un pochino verso il teorico punto di ingresso, ormai certi di non riuscire ad accedere alla famosissima balconata.
INVECE un messaggio avvisa che il tempio chiudera' tra un tot di minuti.
Non molti, una decina o una quindicina, ma il concetto e' che e' ancora aperto: ci teletrasportiamo all'ingresso, paghiamo e mi beo ancora di poter dire che ogni anno che sono stato a Kyoto ho visitato il Kyomizu, ale'!!


 Per fare questa foto dovete essere nel tempio, da fuori non potete perche' siete di qualche metro nella direzione sbagliata :-)


 Questa e' la prima balconata, quella che se la fotografi significa che sei dentro. E' gia' bella questa ma e' solo un preambolo in attesa di quella principale.


Non siamo molti nel tempio vista l'ora un po' scomoda, riesco a collaborare con due diversi gruppi di turisti, giapponesi e di taiwan, per farmi fare (e fare in cambio a loro) delle foto con il tempio e Kyoto sullo sfondo. Se non ci si aiuta tra turisti... :)
Complimenti in particolare a due ragazzi, che erano quelli di Taiwan, che mentre lei cercava di fotografarmi, lui aveva acceso il flash del suo telefonino a mo' di illuminatore, troppo Pro 'sto tizio!! :)


 Ecco, questa e' la foto che tutti, tutti, tutti fanno quando visitano il Kiyomizu. Ed e' sempre bellissima.


 Non che la pagoda quasi in silouhette sul panorama e con le luci del tramonto sia da meno, vero?


 Terminato di consumare il tempio a suon di foto (e inseguiti dal custode che doveva chiudere il tempio... sono stato letteralmente l'ultimo a lasciare tutte le balconate e pure il sentiero che porta fuori dal tempio verso le fontanelle, ok ok abbiamo capito che doveva chiudere tutto, sigh) rifacciamo con calma in discesa la strada verso la civilta', decidiamo che siamo un po' troppo cotti per andare in centro a Kyoto per cena (e poi bus + metro + treno per tornare in camera...) e puntiamo sul bus per tornare "subito" in stazione e spararci la mezz'oretta di treno fino all'hotel a Shin Osaka (che balle quando sei stanco...).
Dicevo, saliamo sul bus e mi ritrovo accanto i due taiwanesi, troppo simpatici, anche loro impegnati in un bel giro del Giappone. Pero' e' troppo comodo: per loro sono meno di tre ore di volo, come per noi andare a Creta... troppo facile!





Siccome sono stati troppo simpatici li fotografo e finiamo per autoscattarci un po' di foto sia con la mia fotocamera che con quella di lui che con il cellulare della ragazza. Dai che qualche amico ce lo siamo fatto seppure per poche ore :)


 Nella stazione di Kyoto (dove eravamo arrivati sul retro, cosa che confonde assai e pensavo avessimo sbagliato fermata...) ecco la invitantissima vetrina di un negozio che faceva torte. Tantissime torte, una piu' bella dell'altra.


 Particolare importante: mancava ancora la cena. Rei di non conoscere abbastanza la (grossa) stazione di Shin Osaka e di avere dubbi sul dove mangiare li, scegliamo ancora di cenare nella stazione di Kyoto, ancora nel posto dei crocchettoni ma stavolta scegliendo un Katsudon, riso con frittata e cotolettona. Un piatto molto buono.


Mangiato, preso treno e arrivati finalmente alla stazione dell'hotel, dedico questo ultimo scatto al bestio della ICOCA (che poi e' un normalissimo ornitorinco azzurro, di cui e' pieno il Giappone, o no?) che e' un po' ovunque quest'anno, forse per il suo anniversario (e' nato nel 2003) forse per altri motivi che ci rimarranno per sempre ignoti.

Stanchi in maniera davvero considerevole, ci salutiamo con il solito appuntamento al giorno dopo.
Domani... KOSHIEN!! (e Aquario, per chi non c'e' gia' stato).

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