giovedì 22 agosto 2013

18 agosto: round and round we go (Harajuku, Shibuya, Akihabara)

Anche oggi per gran parte della giornata siamo divisi, il mio programma prevedera' un giro completo sulla Yamanote, ovvero un giro completo di Tokyo sulla linea ferroviaria che fa il giro delle "citta'" che compongono la parte centrale della metropoli.

L'intento non e' questo ovviamente, puntavo a iniziare nella zona di Harajuku dove di solito la domenica c'e' gente interessante da fotografare, poi un passaggio tra Takeshita dori e Omotesando (la via della moda ggiovane e dei negozi modaioli classici), una camminata fino a Shiboya, la visita rituale immancabile al Mandarake di questo quartiere e poi tutti indietro ad Akihabara completando il giro ferroviario per qualche oretta di ulteriore esplorazione del quartiere e... cenare con gli altri compagni di viaggio :-)



Prima un artistico autoritratto dell'autore di questo sudatissimo (letteralmente, in parecchi giorni) diario e primissimo piano del caffelatte in bottiglia della colazione.


Ecco la colazione di stamattina, presa come sempre la sera precedente in uno dei combini della zona, davvero moltissimi tra Akihabara e Ueno.
Caffelatte in bottiglia e una specie di dolce con la cannella e il miele che ricordava parecchio alcuni suoi simili europei. Ottimo!


Questa e' la vista dalla finestra della mia camera nell'hotel di Ueno, non malvagia tutto sommato. Sono al quinto piano e le piante, poco piu' alte della finestra, sembrano quasi un giardino di fronte alla camera :-)
In basso, non si vede nella foto, si intravvede un Family Mart, uno dei tantissimi combini a breve distanza, capitasse di avere fame o sete nel pieno della notte... qualsiasi direzione e' buona :-)


Giornata splendida, cielo azzurro e un po' di nuvole, il cielo che preferisco in assoluto. Bene, brava Tokyo.
Questo e' l'incrocio tra la via del nostro hotel e la via principale che va da Ueno a Akihabara, sulla destra credo si vedano i magazzini Matzuzakaya (spero che tutte le Z e le T siano al posto giusto), uno dei posti piu' rimasti nel cuore al buon Grav, eccoli qui che ti attendono!!! :-)


Passo in stazione (Okachimachi), mi faccio un numero ragguardevole di fermate e scendo a Harajuku.
In uno zompo sono sul ponte dei cosplay della domenica e... trovo il deserto totale, pochi individui per lo piu' turisti come me alla vana ricerca di qualcosa di carino da fotografare. Sigh, o e' la domenica sbagliata, oppure si trovano di pomeriggio. Pace, non posso stare qua tutto il giorno per capire in cosa ho sbagliato, ci riprovero' FORSE domenica prossima, che pero' sara' anche l'ultimo giorno del viaggio quindi non e' mica detto che succedera'. Peccato. Proseguiamo: dal ponte fino a Takeshita dori la strada e' breve e, sebbene la strada sia bella pienotta, non e' il casino da girone dantesco che mi ricordavo. Puo' darsi che questa mattina ci sia qualcosa di bellissimo da altre parti di Tokyo e chi doveva essere qui e' invece altrove :-)
Poco male, la via e' un pelino piu' vivibile (il che significa che non rischi la morte per soffocamento per percorrerla tutta), salto in totale tutti i negozietti che riconosco da visite passate, alcuni dei quali rischiano davvero di essere l'ultima cosa che fai perche' la ressa e gli spazi angustissimi sono davvero fastidiosissimi... non manco pero' di visitare il Daiso, un 100 yen shop abbastanza grande che si trova piu' o meno a meta' via.


E nel Daiso cosa ci trovo? La Melon Cream Soda (bibita al melone bianco) che non troviamo dal giorno in cui l'avevo provata prima di raggiungere il tempio Nanzenji a Kyoto. Cavoli, sembrano mille anni fa.
Siccome Ilaria e Matteo non l'avevano provata ne trovata in seguito, ne ho prese tre bottiglie piu' un'altra simile sempre al melone. Due me le sono portate in giro fino a sera tarda per portarle in hotel, le altre due sono mysteriosamente scomparse entro pochissimo tempo grazie al sole e al caldo che faceva :-)



Alla fine di Takeshita dori ho trovato un coloratissimo negozio specializzato in skateboard.
Avevano di tutto, le tavole da sole, le rotelle (decine e decine) da sole, gli attacchi gli assi, sembrava un negozio di sci. Coloratissimo, ottimo soggetto per qualche foto e da mandare via social a un amico appassionato di skate.


Nelle vicinanze e prima di partire a piedi per Shibuya faccio un salto allo Yoyoji stadium, dove c'e' un tot di gente e non so come mai. Curioso un po' e scopro che ci sara' un concerto dopo qualche ora, dopo tutto e' domenica anche qua. C'e' una sana fila chilometrica ma ordinatissima, japan style, di persone che si votano alla morte per lessatura sotto al sole pur di avere il posto prima degli altri.
Ci sono anche alcune bancarelle di cibarie varie ed eventuali, ma mangiare qua non e' il mio obbiettivo e quindi... salutiamo lo stadio e il concerto, sicuramente bellissimo, ci fidiamo :)


Arrivo in una trentina di minuti a Shibuya, tra arrivarci e trovare il mandarake (ogni anno e' sempre difficile, sembra quasi che lo spostino ogni volta...)
In un negozio di fumetti alcuni piani sopra il mandarake che visito come aperitivo pre pranzo pre mandarake trovo una cosa che non pensavo esistesse: il manga sulla vita di Steve Jobs, il primo volumetto per la precisione! Per la cronaca, basato sulla biografia ufficiale, gente seria i giapponesi.
Non lo prendo ma lo metto in lista come possibile souvenir strampalato di questo viaggio.



Sono le due e passa e urge pranzare, senno' poi muoio. Ok rimanere per sempre in Giappone ma non cosi'.
Giro veloce (in realta' prima ho rintracciato il mandarake, poi visitato la fumetteria sopra, solo dopo ho esplorato le immediate vicinanze per trovare qualcosa di interessante).
Ci sono tanti posti carini, alla fine mi faccio convincere da un micro ristorante specializzato in ramen, scelgo il loro piatto principale (spesso ne suggeriscono uno o due tra quelli che compongono il menu) con dose extra di carne e scelgo il loro pezzo forte ovvero il brodo "denso".
Arriva un piatto non troppo grosso, per i primi secondi quasi ci rimango male, poi tra brodo denso (davvero!!) e fettine di carne... quasi non riuscivo nemmeno a terminarlo.
Ottimo davvero!!


Post pranzo sono sceso nel mandarake (e' a due piani sotto terra) e ci sono rimasto al fresco e al gelo per un'oretta o due, solita scansione totale globale di un tot di scaffali di libri di illustrazioni, solita illusione di aver trovato il capolavoro che cercavi da anni... solita (quasi, a volte riesce!) delusione quando sfogliando il capolavoro ti rendi conto che non e' quello che pensavi... per fortuna non si e' mai obbligati a comprare niente :-)
Di nuovo fuori alla luce del sole, passeggio verso la stazione e mi godo le stranezze di Shibuya, che ne ha quasi in ogni angolo della strada. L'auto azzurra qua sopra non so se sia piu' giapponese o piu' americana ma era sufficientemente bizzarra da doverla fotografare.

Poco distante c'era una cosa pubblicitaria di un'acqua minerale, una roba strana che ho solo filmato: l'acqua proveniva dalle alpi (giapponesi, si chiamano cosi' anche loro) e avevano messo su una specie di montagna finta con un fiumiciattolo che scendeva dalla cima fino a terra.
I passanti potevano premere un tasto che faceva scendere, insieme all'acqua corrente, una bottiglietta di questa acqua minerale, che alla fine suppongo il tizio poteva portarsi via.
Insomma, una sciocchezza.
Dove sta la stranezza?
Nel fatto che per fare 'sta scemata c'era una fila immonda, roba che a spanne la gente ci stava per mezz'oretta, in fila, per premere il pulsante e beccarsi la bottiglietta.
Boh, o c'era qualche altra cosa che non ho afferrato, o era il motivo piu' idiota per stare sotto al sole per mezz'ora in un quartiere letteralmente farcito di macchinette piene di bibite e di robe meno sceme da fare.
Sono matti questi giapponesi.


Superando tutte le stranezze ulteriori che vi lascio solo immaginare perche' non ho foto da commentare, torno sulla yamanote e completo il mega giro scendendo alla fermata di Akihabara, che la domenica (forse non tutte, ma molte si) e' pedonale. O meglio, una grossa parte della via principale e' chiusa al traffico e l'intero quartiere si gira molto piu' facilmente, una cosa ottima che rende la zona piu' fruibile per i turisti, nostrani o esteri che siano.
Ne approfitto per fare una foto per me molto carina del palazzo della Taito riflesso nel grattacielo a vetri che gli sta di fronte.


E dalla strada pedonale (foto impossibile con il traffico normale) la classicissima foto del ponte della Sobu/Chuo line con tanto di treno che passa. Sono stato li ad aspettare che passasse per fare la foto, mica e' un caso, sto imparando da loro :-)

Nota di folklore, forse la domenica girano piu' auto particolari per la citta', forse semplicemente e' il primo giorno in cui sto girando un po' di ore per i quartieri di Tokyo, ma ho visto auto abbastanza belline in giro.
Dalla mattina ho visto una 599, una California (entrambe ovviamente sono Ferrari), una Rolls davvero enorme e una Gallardo gialla dal treno, ma la migliore dovevo incontrarla ad Akihabara appena fuori dalla zona pedonale:


UNA DELOREAN!!!!
Mitico incontro!! Ho avuto solo il tempo di fare due foto quindi di questa cosa non ho alcun video, posso solo immaginare chi possa avere una Delorean a Tokyo, saranno rarissime e vista l'eta' avranno anche un bel po' di casini a funzionare bene, ma intanto 'sto qui era in giro con 'sta macchina. Applausi scroscianti.


Pigramente, decido di continuare con la serie di autoritratti senza schiavizzare alcun passante e mi immortalo con il ponte della ferrovia. Foto imperdibile :)


Procedo in un rapido giro delle viette parallele alla principale, dalla parte opposta alla stazione.
Visita rituale anche a Super Potato, il negozio specializzato in retrogaming che e' sempre carino da visitare, anche se alla fine le cose piu' fruibili sono i peluche e i portachiavi, il resto e' puro nerding vintage che o sei giapponese (e allora ti capiamo anche) o sei un fanatico perdutissimo occidentale, e allora ti ammiro perche' se comperi una cartuccia vecchissima originalissima giapponese per console del giurassico sei un grande :)
Sempre che tu non lo faccia solo per fare scena, ma ti si sgama in due domande due, in quel caso.
Comunque, nicchia o non nicchia, a Super Potato trovi sempre un po' di gente, si vede che anche solo visitarlo e' carino per un tot di persone non super fanatiche, come me.


Quanta fatica! Termino la mia giornata visitando i due piani piu' alti del Mandarake di Akihabara (quelli dei modellini, giusto per capire che l'highwind di ff7 mi sa che 'sto anno che voglio comprarlo non lo trovo da nessuna parte) e poi mi teletrasporto al punto di ritrovo con i miei compagni di viaggio.
Stasera decidono loro cosa mangiare e la scelta cade su un locale che fa tempura.
Prendo un tempura su riso con razione extra a parte (dietro alla birra) e birrozzo. Immaginavo delle porzioni modeste, quando vedo le dimensioni dei piatti penso subito di aver commesso un epic fail mica da ridere e inizio a temere di dover avanzare qualcosa.
Per fortuna il fritto giapponese e' molto piu' leggero di quello medio italiano e, complici la stanchezza e un discreto appetito tutto scompare senza problemi nel giro di poco tempo.
Ottimo piatto, non e' uno dei miei preferiti in assoluto ma e' impossibile non promuoverlo.

Uella, giornata terminata, direi, ciao e alla prossima!!
  Roberto.

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