venerdì 9 agosto 2013

9 agosto: Kyoto, Temple revival, in fretta sotto al sole e tanta, tanta, tanta afa

Terzo giorno in loco, secondo giorno completo.
Oggi siamo andati a Kyoto, per rivedere dopo tantissimo tempo due dei templi piu' conosciuti: il Kinkakuji (la pagoda dorata) e il Rioanji, noto per il suo giardino zen di pietrem il piu' importante tra tutti i giardini di quel tipo.

Ci ritroviamo alle 10 come ieri, ricaricati dopo la faticaccia dei fuochi artificiali. Prendiamo il primo rapido per Kyoto e in circa 30 minuti siamo sul posto. Quanti ricordi!!


 Come sempre l'architettura avveniristica della stazione centrale, un po' in contrasto con la fama della citta' e il numero di templi antichissimi presenti, affascina ugualmente. La stazione e' bellissima e ce la giriamo un pochino, scegliendo anche il posto dove pranzare, non prima di un giretto nella piazza antistante e un po' di tempo (cough cough...) in un 100yen shop nel palazzo della torre di Kyoto. I cento yen shop sono negozi dove tutto, appunto, costa 100 yen. Solo che sono cose belle, non quello che trovereste in Italia in un posto dove tutto costa un euro.
Ci sono cose strampalate, divertenti, utili, carine, insomma questi posti sono divertenti e belli da visitare ogni volta che ti imbatti in uno e' meglio entrare e dare una sbirciata.
Certo, il migliore e' quello a Tokyo, quello di SETTE PIANI (veramente!!) ma per quello, come si dice, c'e' ancora tempo.


Le scale per arrivare in cima alla stazione sono, come dire, notevoli :-)


 In piazza troviamo due altri eroi-dei-pupazzi con cui tutti si fanno fotografare :-)


 Qual'e' stato il locale scelto per il pranzo? Presto detto: un posto di tonkatsu e corokke (polpette di carne di maiale e di altri vari contenuti serviti con cavolo e una salsa particolare). Menu ottimo, davvero gustoso, con il solito set di miso e riso.
Finiamo anche questa faticaccia (!) e finalmente scendiamo in piazza per prendere un autobus che in una quarantina di minuti ci porta al primo obiettivo: il Kinkakuji, meglio conosciuto come la pagoda dorata.


Ah no, dimenticavo questo particolare del menu del ristorante. Spesso i giapponesi cadono miseramente nelle traduzioni, capisco ancora ancora quelle in italiano (vedi sotto un esempio tragico) in cui fanno strafalcioni catastrofici, ma almeno l'inglese... sicuramente intendevano che il loro locale era famoso da tempo per i suoi manicaretti ma... il testo dice "E' stato famoso per le sue deliziose cotolette di maiale".
E' stato?
E adesso non lo e' piu'??? Insomma, uno slogan che piu' che attirare... spaventa :)


 Lasciato il bus tocca camminare un po', per fortuna un cartello ci rassicura: siamo sulla giusta strada.


 Alla cassa troviamo questo curioso avviso. In pratica, non fanno sconti in nessun caso, con nessuna tessera, a nessuno. Ok, un messaggio chiaro e preciso, ma mi pare un pochino esagerato, no?


 Il Kinkakuji, sebbene l'unica cosa che si possa fare sia osservarlo e fotografarlo (non si puo' visitare all'interno) e' davvero bellissimo. Complice anche il lago e tutte le piante posizionate e acconciate ad hoc da sempre per rendere l'immagine migliore possibile per l'osservatore.



Anche visto da piu' vicino, l'impressione e' di stare osservando un gioiello. Rimaniamo sul poto (in un'afa molto pesante) insieme a tanti altri visitatori per un po' di tempo, poi gli giriamo intorno seguendo il percorso obbligato e procediamo.


 Ma ovviamente non prima della foto di rito. Non e' un copia e incolla, davvero :)


 Anche i giardini del Kinkakuji sono pieni di particolari come questa scalettina mysteriosa seminascosta dietro una casetta.


 Allontanandoci dalla pagoda, giungiamo a uno spiazzo dove "accidentalmente" c'e' un'altra vista dell'edificio dorato. Ovviamente niente e' casuale, l'intero parco e' stato creato ad hoc per il tempio, come un cofanetto.
Ringraziamo e fotografiamo.


 Tanti particolari sono belli in questi posti, vorresti fotografare tutto.


Momento ilare: non avevo in programma di comperare altri omamori (i piccoli portafortuna che si trovano in vendita in tutti i luoghi sacri) ma questo non potevo lasciarlo li: non sembra una LOL Face? Ma dai!!!! :-)
E' uno dei tanti che dovrebbero portare genericamente fortuna, dai che un po' di fortuna serve sempre a tutti.



 Lasciamo il Kinkakuji dopo aver per sbaglio imboccato di nuovo l'ingresso (in effetti mi pareva di aver gia' visto quelle piante...) e ci incamminiamo alla volta del Rioanji. Abbiamo un'ora in tutto prima della sua chiusura e ci vogliono 20 minuti di camminata.
Sotto al sole.
Al caldo.
Con un'afa che non accenna a calare.
Arriviamo puntuali dopo aver bevuto penso due bottigliette diverse lungo il percorso (costellato dalle usuali macchinette automatiche) e grazie al fatto che la chiusura e' avvenuta in realta' anche un po' dopo, ci godiamo il famoso giardino zen di pietre per parecchio tempo.
E' uno spettacolo particolare, difficile interpretarlo, basta probabilmente stare li e osservarlo. Magari il suo creatore non voleva niente di piu', chissa'.


E dai, ogni tanto una foto ricordo ci sta anche!


 C'e' anche un modellino in scala ridotta del giardino, eccolo cosi' potete studiarvelo e dedurre cio' che preferite esaminando la disposizione delle rocce e dei sassolini.


Il giro principale e' terminato, ora non siamo piu' di corsa e il caldo e' calato (di un attimo eh, mica troppo). Prendiamo un altro autobus che ci porta dopo un casino di fermate nella zona di Kawaramachi, una galleria di negozi molto nota a Kyoto, piena di ristoranti e locali curiosi.
L'autobus ci fa un regalo: si ferma esattamente di fronte alla riproduzione del camioncino di Creamy, il personaggio di Akemi Takada. Il 2013 e' il trentennale (!!!!!!!!!) del personaggio e presumiamo che troveremo altri posti simili in giro per le citta'. Intanto fotografiamo questo, ci vendevano ovviamente le crepe (come nella serie animata) ma eravamo prossimi alla cena e non era decisamente il momento :)


 Entriamo nel negozio e visitiamo l'angolo dedicato a Creamy. Bellissimi i cuscini di Posi e Nega, non nego di aver avuto quasi l'intenzione di prendere quello del gattino verde... facciamo cosi', se a fine vacanza ho spazio in valigia e trovo un posto simile anche a Tokyo allora magari...


 Ci spostiamo brevemente fuori dal percorso previsto per sbirciare il fiume e la zona dei locali di Pontocho (spero di non sbagliare il nome della zona), pronti ad accogliere clienti piu' informati di noi.


 Avevo parlato di catastrofi linguistiche.
Cosa mai puo' vendere un negozio che si chiama "Veramore di nucleo"???????
Sembrava un negozio dedicato ai matrimoni, ma il mystero rimane.


 Visita lampo anche in una discreta fumetteria sempre in zona, questa foto e' per il Grav: questi numeri di Vinland Saga sono gia' usciti da noi? :-)


 Un altro negozio dedicato alla cucina del granchio e un altro enorme granchio semovente come insegna.


 Lungo la galleria troviamo anche due ragazze, forse due idol locali, impegnate in un piccolo concerto.
Non riesco a non pensare alle due protagoniste di Berry Dynamite, e alla differenza estetica tra le protagoniste virtuali del fumetto e quelle reali di questo piccolo momento musicale :-)
Comunque si impegnano e sembrano bravine, forza forza!


 A pochi metri dalle due musiciste visitiamo un negozio di chitarre.
Quante chitarre vuoi che abbia un negozio di chitarre?
Bene, piu' o meno dieci volte tante quelle che si vedono in questa foto. Che colpo d'occhio!!


E' una certa ora ormai e l'appetito inizia a farsi sentire (e il ricordo della cena saltata ieri pure), decidiamo per un posto di tendon, ovvero piatti princalmente composti da una ciotolona di riso coperto da pesce di vari tipi e preparazioni.
Decido per lo special di solo salmone scottato e si rivela uno spettacolo, roba da mangiarne un'altro subito dopo :-)
I miei due soci di viaggio scelgono piatti diversi con vari tipi di pesce e ricevono anche loro piatti spettacolari. Grande cena!!


Ultima nota della giornata, entrando nella stazione sbagliata (non era la metropolitana ma una linea ferroviaria privata, boh) uno di noi riesce a inserire la ICOCA nel posto sbagliato dei cancelli e, incredibilmente,questa inceppa il meccanismo complicatissimo (notate la foto...).
No problem: un tizio interviene all'istante e dopo un po' di casini recupera la tesserina, bravo! :-)

Proseguiamo nonostante la stazione sbagliata e in poco tempo siamo prima nella stazione centraledi Kyoto e quindi a Shin-Osaka con il treno rapido (quello che avevamo sognato di riuscire a prendere ieri sera dopo i fuochi...).
Basta, tutti in camera con la colazione presa a Kyoto e domani si visita Nara, un'altro pezzo di storia.
Stavolta punto a due templi "secondari" lasciando perdere il Todaiji, che ormai ho visto due volte, spero che il grande Budda al suo interno non se ne avra' a male...
A domani!!
   Roberto.


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